Editoriale di Ottobre 2020

Altri orizzonti

di Mari Valentini

“Viandante non c’è via, la via si fa con l’andare.” (Antonio Machado)



Orizzonte è una parola bellissima, dall’etimologia molteplice e ossimorica. Significa cerchio che orienta il campo delle possibilità e delle azioni umane, linea lievemente arcuata che delimita la terra dal mare, che può spaventare e rassicurare assieme: dipende dalla prospettiva dell’occhio che la scruta e la osserva. È un confine che chiude e apre allo stesso tempo, la parte dello spazio più libera, da cui ci si può sporgere con la mente per guardare dall’alto, per avere una visione d’insieme. È il raggio dell’Io, che consente all’osservatore di cambiare radicalmente prospettiva, di virare verso altre direzioni. Non c’è parola più consona a questi nostri giorni.
La redazione di Rizoma ha pensato a questo tema quando ancora si sperava di rinascere dalla scorsa primavera, da tutto ciò che ha travolto la nostra quotidianità. E non immaginava di ritrovarsi, a ridosso del nuovo numero in uscita per questo autunno, in un contesto  sanitario, sociale  ed economico altrettanto difficile, precipitato nell’arco di qualche settimana in una nuova situazione di complessa risoluzione. Di questi tempi, l’Orizzonte ci si ripresenta come un’avventura ardua ed estrema, che esige forze che né noi individualmente, né le nostre comunità riescono ad affrontare, che comportano una rivoluzione in ciascuno. Allora per procedere bisogna congiungere le  nostre radici alle nostre ali. Non smettere di vivere con le modalità che ci vengono indicate, né di guardare i nostri giorni dall’alto, in una prospettiva sempre critica degli eventi. Non smettere di essere presenti, partecipi, osservatori, eppure allo stesso tempo radiali, accoglienti di quanto diviene, con amorevole e luminosa attenzione.

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