B. Graham “Come curare un’ala spezzata”

Il Castoro
di Federica Silvi

Un libro dalle pochissime parole, scandito da molte pause e silenzi. Quasi un silent book, ma dal profondo e toccante significato. “Come curare un’ala spezzata” è un albo sostenuto da Amnesty International UK per il contributo a una migliore comprensione dei diritti umani e dei valori su cui si fondano.
Tutto inizia in una fredda e grigia giornata, frenetica come tante altre, dove uomini, donne, bambini e anziani sono presi dalle loro attività quotidiane: chi ha fretta di andare a lavoro, chi a scuola, chi va a fare la spesa, chi passeggia, chi spinge una carrozzina. Tutti sono indaffarati in qualcosa e non si accorgono di ciò che accade intorno a loro.
Dall’alto di un grattacielo, un piccione batte violentemente contro un vetro, inizia a precipitare e, ferito, cade a terra tramortito.
I cittadini, talmente distratti e avvolti nell’apatia generale tipica dell’essere umano – e difatti volutamene colorati dei toni freddi del grigio e del blu dallo scrittore – non si accorgono del piccolo animale ferito e continuano ad andare per la loro strada a passo celere.
Fortunatamente, questa atmosfera di cruda indifferenza viene spezzata dall’arrivo di un bambino dall’animo puro, di nome Billy.
Si nota, a questo punto, un netto cambio di colore nelle tavole dello scrittore: i grigi lasciano spazio al rosso del soprabito del bimbo e al giallo ocra delle sue scarpette.
Billy è un bimbo che ha bisogno della mano della mamma per salire le scale della metropolitana. È un bambino dalla tenera età ma dal cuore grande, così grande che è l’unico ad accorgersi di un colombo in difficoltà, con un’ala spezzata.
Nonostante le iniziali perplessità e la titubanza del genitore, Billy convince la mamma a portarlo a casa con loro per curarlo e sottrarlo a quell’indifferenza generale.
Da qui in avanti le pagine si riappropriano dei colori che infondono vita alle immagini successive, elogiando il semplice, nobile e sempre più raro atto del prendersi cura dell’altro, chiunque esso sia. A casa loro il piccolo colombo viene curato, nutrito e protetto in un luogo sicuro. Curare un’ala spezzata non è cosa da poco: ha bisogno di tempo, di riposo, di costanti cure e di attenzioni. Ed è soltanto attraverso lo scorrere lento del tempo e con tutto l’amore che questa famiglia dedica a quell’essere indifeso e fragile che il colombo riuscirà a riprendere pian piano le forze e a librarsi di nuovo nel cielo.

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